I Plate delle Tastiere
Le tastiere meccaniche custom permettono di scegliere tra diversi materiali per la piastra (detta plate), ovvero lo strato che mantiene gli switch stabili sopra il PCB. Il materiale del plate influisce moltissimo sul feeling di digitazione e sul suono della tastiera, oltre che su peso ed estetica. Di seguito vedremo i materiali più comuni spiegandone in modo semplice vantaggi, profilo sonoro, sensazione alla digitazione, flessibilità/rigidità, peso ed estetica, con alcuni consigli su quali scegliere in base all’uso (gaming, scrittura, modding, ecc.) e agli abbinamenti con switch e montaggi.
Alluminio
· Vantaggi: È il materiale per plate più comune nelle tastiere custom, apprezzato per il bilanciamento generale. L’alluminio è leggero ma resistente, facile da lavorare (CNC) e relativamente economico. Offre un’ottima precisione costruttiva e durata nel tempo.
· Profilo sonoro: Produce un suono nitido e brillante, con toni piuttosto alti e metallici. Rispetto alle plastiche, il sound risulta più clic secco, anche se leggermente meno squillante di materiali ancora più densi come rame/bronzo. In pratica il plate in alluminio enfatizza i suoni acuti dei tasti e può presentare un lieve ping metallico (risonanza) se non vengono usati accorgimenti di damping.
· Feeling: Offre una digitazione reattiva e decisa. Essendo un metallo relativamente rigido, restituisce un feedback solido ad ogni pressione, pur mantenendo un tocco un po’ più morbido rispetto a piastre in ottone o acciaio. Molti la considerano una via di mezzo ideale tra flessibilità e solidità: la tastiera con plate in alluminio risulta stabile senza essere eccessivamente dura.
· Rigidità/Flessibilità: Abbastanza rigido. L’alluminio flette poco sotto pressione normale, garantendo stabilità agli switch. Non è però estremo: è meno rigido di ottone o acciaio, e leggermente più flessibile di questi ultimi. In pratica consente una leggera elasticità (specie se combinato con montaggi morbidi) ma nel complesso tende verso la rigidità.
· Peso: Leggero. Uno dei vantaggi dell’alluminio è il peso contenuto. Questo aiuta a mantenere la tastiera più maneggevole. A parità di dimensioni, pesa meno di ottone e acciaio, ma più di materiali plastici come PC o POM.
· Estetica: I plate in alluminio spesso sono anodizzati in vari colori, offrendo un aspetto pulito e premium. Anche se il plate di solito è interno, può intravedersi tra i tasti: l’alluminio anodizzato o spazzolato ha un look elegante. Non sviluppa patina (non cambia aspetto nel tempo) come invece fa l’ottone.
· Accoppiamenti consigliati: È un plate tuttofare, va bene un po’ per tutti gli usi. Con switch tattili offre un buon equilibrio tra solidità e feedback (ottimo per scrittura e uso misto). Con switch lineari dà una risposta veloce e un suono chiaro, gradito a chi vuole un click più udibile. Su una tastiera a montaggio gasket l’alluminio è spesso ideale perché aggiunge stabilità; su montaggi più rigidi (es. top mount) risulterà molto rigido nell’insieme, quindi dipende dai gusti. In generale, se sei indeciso sul materiale del plate, l’alluminio è una scelta sicura e bilanciata per iniziare.
Ottone
· Vantaggi: Il brass è un materiale denso e molto apprezzato negli assemblaggi di fascia alta. Viene scelto per conferire alla tastiera un tocco premium in termini di peso e solidità. L’ottone è estremamente robusto e durevole, e molti lo trovano ideale per una sensazione “solida” sotto le dita. Può essere lucidato per brillare ed è un segno distintivo di build di pregio.
· Profilo sonoro: Genera un suono più profondo e risonante rispetto all’alluminio. Spesso si descrive come un clack caldo e pieno: il brass accentua le frequenze medio-basse, dando un tono “thock” soddisfacente ai tasti, pur potendo introdurre un leggero ping metallico a causa della rigidità. In altre parole, il suono risulta meno acuto dell’alluminio e più corposo. Molti lo apprezzano proprio per questo sound full-bodied molto “meccanico”.
· Feeling: Offre una digitazione molto rigida e stabile. Ogni pressione sul tasto dà un feedback secco e deciso, senza praticamente alcuna flessione. Il feeling è fermo e reattivo, ideale per chi ama percepire chiaramente ogni attuazione. Qualcuno potrebbe trovarlo un po’ duro nelle lunghe sessioni di scrittura, ma altri adorano la sensazione “piantata” che l’ottone fornisce.
· Rigidità/Flessibilità: Rigidissimo. È più rigido dell’alluminio e di qualunque plastica; flette pochissimo se non per nulla nell’uso normale. Questa mancanza di flessibilità significa maggiore stabilità ma anche minor assorbimento degli urti: il bottom-out (quando premi a fondo il tasto) risulta più deciso e meno smorzato.
· Peso: Pesante. L’ottone aggiunge un peso notevole alla build, contribuendo a dare quella sensazione di oggetto robusto e stabile sulla scrivania. Un plate in ottone può pesare diverse volte uno in policarbonato. Questo peso extra spesso è ricercato in build di qualità per aumentare la solidità (ma rende la tastiera meno portatile).
· Estetica: Ha un colore dorato molto attraente. Un plate in ottone lucidato brilla attraverso gli spazi dei tasti ed è visivamente accattivante. Col tempo l’ottone ossida leggermente formando una patina scura che molti trovano affascinante (look vintage); chi preferisce la lucentezza può lucidarlo periodicamente. In ogni caso dona un carattere lussuoso alla tastiera.
· Accoppiamenti consigliati: Consigliato a chi cerca massima stabilità e un suono thock autorevole. È molto popolare con switch tattili: ad esempio, molti trovano che switch tattili tipo Holy Panda su plate in ottone abbiano un suono e una risposta eccellenti. La solidità dell’ottone enfatizza il “bump” dei tattili sia come feeling che come suono. Anche nel gaming può dare soddisfazione se si desidera un feedback immediato e tasti che ritornano prontamente (grazie alla rigidezza). Tuttavia, su lunghe sessioni di scrittura potrebbe affaticare se preferisci un tocco più morbido. L’ottone spesso rende al meglio con montaggi gasket o sospesi (per mitigare un po’ la sua durezza), mentre su un montaggio a telaio rigido può risultare davvero intransigente (tastiera durissima). Insomma, ideale per chi ama una tastiera tank rigida e pesante, soprattutto con switch tattili.
FR4
· Vantaggi: L’FR4 è un materiale composito a base di fibra di vetro ed epoxy (lo stesso dei circuiti stampati PCB). Il suo punto forte è l’equilibrio: offre caratteristiche intermedie fra metallo e plastica sia come flessibilità che come suono. Inoltre è economico e facile da ottenere, il che lo rende ottimo per sperimentare (molti modder provano plate alternativi in FR4 per testare sound e feel diversi senza spendere troppo).
· Profilo sonoro: Neutro e controllato. Spesso l’FR4 viene definito bland (neutro) come suono, perché non enfatizza troppo né gli acuti metallici dei metalli né i bassi ovattati delle plastiche. Il risultato è un sound di media tonalità, bilanciato. Alcuni lo descrivono come un clack meno squillante dell’alluminio ma più “presente” del policarbonato. Essendo lo stesso materiale del PCB, il suono della digitazione tende ad avere una risonanza uniforme con la scheda, senza picchi fastidiosi.
· Feeling: Fornisce una digitazione bilanciata. L’FR4 non è né troppo rigido né troppo molle: dà un feedback abbastanza consistente, ma con una leggera elasticità che rende l’esperienza confortevole. Molti lo trovano piacevole perché combina stabilità e un pizzico di morbidezza sul fondo corsa. In pratica digitando su un plate FR4 si percepisce un fondo meno duro che su metallo, ma comunque più fermo che su pura plastica.
· Rigidità/Flessibilità: Intermedia. Più flessibile dell’alluminio ma meno del policarbonato. Consente un certo livello di flex sotto la pressione (specie su layout più lunghi, ad es. spacebar), contribuendo a smorzare un po’ gli urti. Allo stesso tempo mantiene sufficiente rigidezza per evitare la sensazione di “gommoso”. È davvero a metà strada fra i due mondi, il che lo rende una scelta versatile.
· Peso: Medio-leggero. Essendo fibra di vetro, pesa meno dei metalli (molto più leggero di ottone e acciaio, e un po’ più leggero dell’alluminio). Ciò mantiene il peso totale della tastiera contenuto. È però più denso della pura plastica, quindi non il più leggero in assoluto.
· Estetica: Tipicamente i plate in FR4 sono di colore nero (come i PCB) o talvolta verde scuro, spesso con un pattern di fibra visibile ai bordi. Di solito non sono appariscenti, anzi molti li scelgono perché non distraggono esteticamente: se la tastiera ha switch trasparenti o keycap particolari, il plate FR4 scuro resta neutro sullo sfondo. Non essendo metallico, non dà riflessi né colori, il che può essere un pro o contro a seconda dei gusti.
· Accoppiamenti consigliati: È la scelta jolly per chi vuole andare sul sicuro. Funziona bene un po’ con tutti i tipi di switch: con i lineari aiuta a ottenere un suono più pieno rispetto all’alluminio, con i tattili mantiene un buon feedback senza irrigidire troppo. Per chi fa modding, l’FR4 è ottimo per provare tagli particolari (ad es. half plate, fori aggiuntivi) grazie al basso costo, così puoi personalizzare il feeling. In ambito gaming, un plate FR4 può essere valido se non si vuole la rigidità totale del metallo ma neanche troppa flessibilità: ti dà reattività moderata e un sound non invadente. Insomma, se sei indeciso e vuoi un plate versatile che non sbaglia, FR4 è una scommessa vinta.
Policarbonato (PC)
· Vantaggi: Il policarbonato è una plastica rigida ma molto più flessibile del metallo. Viene apprezzato per la digitazione morbida e silenziosa che può offrire. È traslucido, quindi ideale per build RGB dove il plate lascia passare la retroilluminazione. Inoltre pesa pochissimo. È un materiale perfetto per chi vuole massimizzare il comfort di digitazione e un suono più ovattato fin da subito, senza complicazioni.
· Profilo sonoro: Morbido e ovattato. I plate in PC tendono a smorzare i suoni alti, producendo un thock più profondo e mute (attenuato) rispetto ai metalli. Il suono dei tasti risulta meno metallico e più “plastico” nel senso buono: più sordo e caldo. Questo li rende popolari per ottenere tastiere silenziose o dal suono grave. Un plate in policarbonato può far suonare anche switch rumorosi in modo più contenuto.
· Feeling: Offre una digitazione ammortizzata e leggermente bouncy (rimbalzante). Premendo i tasti su un plate in PC si percepisce un fondo corsa più dolce, come se ci fosse una leggera molla: questo perché il materiale flette e assorbe parte dell’urto. Il feeling è estremamente confortevole, ideale per lunghe sessioni di scrittura o per chi preme con forza e vuole evitare impatti duri. Alcuni lo descrivono come typing on a cloud (digitare su una nuvola) rispetto alla durezza del metallo.
· Rigidità/Flessibilità: Molto flessibile. Tra i materiali comuni, il policarbonato è tra i più soffici: flette visibilmente se si preme al centro (specie su tastiere più lunghe). Questo elevato flex significa che la tastiera può piegarsi leggermente durante l’uso, aumentando il comfort. Di contro, perde in rigidità: gli switch avranno un filo di “gioco” in più fino a che il plate non li ferma. In ogni caso, è perfetto per chi cerca massima flessibilità e non gli dispiace un feeling meno fermo.
· Peso: Ultraleggero. Il PC è una plastica leggera, quindi un plate del genere pesa pochi grammi. Ciò riduce il peso totale della tastiera, cosa utile se la sposti spesso. Un plate leggero però significa anche meno massa a smorzare vibrazioni, ma per molti la differenza è minima rispetto ai vantaggi.
· Estetica: Trasparente o semitrasparente. I plate in PC spesso sono chiari, permettendo di vedere attraverso la tastiera o di diffondere la luce dei LED in modo uniforme. Questo crea un bell’effetto con RGB, dando un look moderno e high-tech. Anche senza RGB, un plate trasparente può far risaltare il PCB o altri dettagli interni. Attenzione però: il PC può graffiarsi più facilmente del metallo, quindi va maneggiato con cura durante l’assemblaggio per non rovinare l’estetica.
· Accoppiamenti consigliati: Perfetto per chi vuole una tastiera silenziosa e thocky. Abbinato a switch lineari, il policarbonato esalta quel suono profondo e vellutato che molti adorano, rendendo la digitazione cremosa. Anzi, c’è chi suggerisce di usare piastre in PC solo con lineari perché “suonano meglio” con quelli. Con switch tattili o clicky funziona comunque, ma sappi che smorzerà un po’ sia il suono sia la sensazione del bump, quindi di solito i puristi dei tattili preferiscono materiali più rigidi. Per il gaming, un plate in PC offre massimo comfort ma potrebbe risultare meno reattivo (dovuto al flex) in giochi competitivi, dipende dai gusti, c’è chi lo apprezza comunque. In generale, se punti alla comodità e ad un suono basso, il PC in combinazione magari con montaggio gasket ti darà una tastiera morbida come burro.
POM (Poliossimetilene)
· Vantaggi: Il POM è un tipo di plastica (nota anche come Delrin) usata nei plate per le sue proprietà uniche: è scorrevole, densa e ha un’elasticità controllata. Offre un’esperienza di digitazione morbida simile al PC, ma con una maggiore consistenza grazie alla sua densità. Il POM ha anche un basso attrito, il che significa che gli switch montati su un plate POM scorrono uniformemente, utile per massimizzare la fluidità dei lineari. Inoltre, è relativamente leggero e non metallico (niente ruggine, niente ossidazione).
· Profilo sonoro: Profondo e “cremoso”. I plate in POM sono famosi per produrre un suono thock basso e piacevole, spesso descritto come cremoso all’orecchio. Smorzano bene le vibrazioni metalliche, risultando più silenziosi dei plate metallici. Rispetto al policarbonato, il POM ha un suono un filo più snappy (deciso) ma comunque ovattato: è leggermente più risonante del PC, ma sempre molto lontano dalla brillantezza di alluminio o ottone. In sintesi, dona alla tastiera un timbro pieno ma contenuto nel volume.
· Feeling: Soffice e ammortizzato. Digitare su un plate in POM restituisce una sensazione morbida, quasi “gentile” sulle dita, con un leggero rimbalzo elastico. È paragonabile al policarbonato come flessibilità, sebbene alcuni trovino il POM ancora più cushioned (cuscinoso) al bottom-out. In pratica, offre un feeling bouncy che rende la scrittura molto confortevole e quiet. Chi ama tasti lineari setosi spesso adora il feeling del POM perché accentua la linearità senza rumorosità né asperità.
· Rigidità/Flessibilità: Flessibile. Non tanto quanto il PC più estremo, ma comunque si flette in maniera evidente sotto pressione. Si colloca tra PC e FR4 in termini di rigidità, dando quella giusta dose di cedevolezza senza sembrare gommoso. Il risultato è un plate con abbastanza flessione da ridurre l’impatto sulle dita, ma non così molle da compromettere la stabilità degli switch.
· Peso: Leggero. Il POM è leggermente più denso del policarbonato ma resta un materiale leggero rispetto a qualsiasi metallo. Un plate in POM aggiunge poco peso al totale, mantenendo la tastiera facile da maneggiare. Questa leggerezza contribuisce anche al suono ovattato (meno massa che risuona).
· Estetica: I plate in POM sono tipicamente di colore bianco panna oppure nero. Hanno un aspetto opaco e liscio. Se bianco, possono dare un tocco pulito e originale (semitraslucido, lascia filtrare un po’ di luce); se nero sembrano simili all’FR4 ma senza trama in fibra. In entrambi i casi l’estetica è sobria, niente colori metallici o lucentezze. Da notare che il POM, essendo plastica, può deformarsi leggermente con il calore estremo, ma nell’uso normale questo non è un problema.
· Accoppiamenti consigliati: Ideale per build lineari silenziose. Molti appassionati considerano il POM il miglior plate per ottenere un suono thock “cremoso” con switch lineari lubrificati. L’abbinata POM + switch lineari produce infatti un suono molto pieno e poco metallico, e la digitazione diventa burrosa. Se cerchi una tastiera smooth e quieta per ufficio o sessioni di coding notturne, POM + lineari + magari foam fonoassorbente è la combinazione giusta. Con switch tattili, il POM smorza un po’ il feedback (come il PC), quindi è meno usato dai fan dei tattili puri, ma nulla vieta di provarlo se vuoi attenuare sia il suono che la durezza del bump. In gaming, un plate POM offre gran comfort ma un feedback meno secco: va bene per uso casual e per chi predilige la silenziosità anche giocando.
Acciaio inossidabile
· Vantaggi: L’acciaio (inox) è il materiale più duro e robusto disponibile per i plate. Viene scelto quando si vuole massima stabilità strutturale: un plate in acciaio praticamente non flette mai e rende la tastiera un blocco unico. È anche molto resistente all’usura e alla corrosione (l’acciaio inox non arrugginisce). In ambito custom non è diffusissimo (per via del peso e del feel estremo), ma alcuni lo apprezzano per build particolari o per la sua solidità imbattibile.
· Profilo sonoro: Forte e squillante. L’acciaio produce probabilmente il suono più forte e acuto di tutti i materiali comuni. Ogni pressione del tasto è accompagnata da un clic molto pronunciato, brillante, con frequenze alte ben evidenti. Inoltre, l’acciaio tende a risuonare: se non adeguatamente smorzato, può presentare ping metallici udibili (essendo così rigido, vibra e propaga il suono). Il risultato è un sound molto deciso, che alcuni trovano soddisfacente in gaming o con clicky, ma può risultare troppo rumoroso per altri.
· Feeling: Offre una digitazione solida e immediata. Non c’è la minima cedevolezza: quando premi un tasto su un plate in acciaio, il fondo corsa è netto come un muro. Il feedback è estremamente solido e può aiutare a evitare pressioni accidentali (devi premere con intenzione). Tuttavia, il rovescio della medaglia è che la digitazione può risultare affaticante se digiti a lungo, data la totale assenza di ammortizzamento. È un feeling per chi vuole qualcosa di implacabile sotto le dita.
· Rigidità/Flessibilità: Rigidità massima. L’acciaio è più rigido perfino dell’ottone. Non flette praticamente mai durante la digitazione normale; anche premendo forte, la piastra resta piatta e i tasti non cedono. Questo garantisce la massima precisione meccanica (nessun movimento indesiderato), ma zero elasticità.
· Peso: Molto pesante. L’acciaio inox ha una densità elevata, quindi un plate in acciaio aggiunge parecchio peso alla tastiera (solitamente secondo solo all’ottone, che ha peso simile). Questo può essere un bene per avere una tastiera che non si sposta di un millimetro sulla scrivania. D’altro canto, aumenta notevolmente il peso complessivo rendendo la tastiera meno portatile e richiedendo eventualmente piedini antiscivolo robusti.
· Estetica: Di solito i plate in acciaio sono argentati (acciaio lucidato o spazzolato) oppure verniciati. Una piastra in acciaio lucido può dare una finitura specchiata visibile tra i tasti, per un look molto cool, anche se soggetto a impronte. Se spazzolato, ha un aspetto grigio opaco industriale. In ogni caso conferisce un’idea di solidità anche visiva. Non cambia colore nel tempo (inox non ossida).
· Accoppiamenti consigliati: Consigliato quasi esclusivamente a chi vuole la tastiera più rigida possibile. In ambito gaming competitivo, alcuni apprezzano l’acciaio con switch lineari, perché la combinazione dà massima immediatezza e zero flessibilità, ogni input è istantaneo, la tastiera sembra un’estensione solida delle mani. Inoltre, con switch clicky (es. Akko Cream Blue) l’acciaio amplifica il click rendendo la tastiera rumorosissima: può essere divertente per chi ama il suono tipo macchina da scrivere, ma poco adatto in ufficio. In generale l’acciaio è per nicchie: per uso quotidiano di scrittura è sconsigliato (stancante e troppo sonoro), mentre per modder curiosi o per chi vuole testare i limiti della rigidità può essere una sfida interessante. Se proprio vuoi usarlo, un consiglio è abbinarlo a montaggi morbidi (gasket) e magari aggiungere foam fonoassorbente per domare un po’ la bestia.
Fibra di carbonio
· Vantaggi: La fibra di carbonio è un materiale composito avanzato, noto per l’alta resistenza e peso ridotto. Nei plate, offre un mix peculiare: è leggera quasi come una plastica, ma può essere rigida quasi come il metallo. Il grande vantaggio è quindi ottenere una tastiera robusta ma molto più leggera rispetto a usare ottone o acciaio. Inoltre ha un aspetto tecnico accattivante (trama nera intrecciata). È una scelta popolare in build dove si vuole ridurre il peso senza sacrificare troppo la solidità.
· Profilo sonoro: Chiaro e pulito. Un plate in carbonio tende a produrre un suono abbastanza brillante e definito, ma leggermente meno metallico rispetto all’alluminio. Il carbonio infatti smorza un po’ le risonanze metalliche, dando un clack crisp (nitido) ma non troppo squillante. Alcuni lo definiscono un suono medio-alto pulito, con un pizzico di thock in più rispetto all’alu, altri invece lo sentono simile all’alluminio. In generale, aspettati un suono bilanciato: non cupo come PC/POM, ma nemmeno così risonante come l’acciaio.
· Feeling: Solido ma con un tocco di flessibilità. La fibra di carbonio è estremamente resistente e, soprattutto se il plate è spesso ~1.5mm, offre una digitazione rigida e reattiva (paragonabile all’alluminio o più). Tuttavia, molti riportano anche un lieve effetto molla grazie alla struttura laminata del carbonio: in pratica il plate in carbonio può leggermente flettere sotto forti pressioni, conferendo un minimo di elasticità. Il feeling quindi è di base rigido, con un feedback fermo, ma può risultare meno “freddo” dell’acciaio. Spesso viene descritto come bouncy moderato, è un buon compromesso per chi vuole reattività con un tocco di comfort.
· Rigidità/Flessibilità: Rigido, ma non estremo. In ordine di rigidità, il carbonio si colloca appena sotto i metalli più densi. È più rigido di POM e PC, e anche un po’ più dell’alluminio a parità di spessore, ma generalmente leggermente meno rigido dell’ottone o dell’acciaio puro. Diciamo che fornisce un’ottima solidità strutturale con un peso molto inferiore. In alcune build è considerato un middle ground tra i plate metallici e plastici, unendo caratteristiche di entrambi.
· Peso: Bassissimo. La leggerezza è uno dei motivi principali per scegliere la fibra di carbonio. Un plate in carbonio pesa davvero poco, spesso meno di un equivalente in alluminio. Questo consente di costruire tastiere più leggere e trasportabili senza perdere robustezza. La differenza di peso si nota soprattutto in tastiere grandi (es. full-size) dove un plate metallico inciderebbe molto sul peso finale.
· Estetica: Ha una trama unica, nera con motivo a intreccio lucido. Se il plate è a vista o parzialmente visibile, dona un look tecnico/moderno alla tastiera. Molte case trasparenti o semitrasparenti mostrano volontariamente il carbonio per l’appeal estetico. Da notare che a differenza dei metalli, non può essere anodizzato in vari colori, rimane sempre nero (a meno di verniciature superficiali). La superficie è liscia ma può sfilacciare sui bordi se tagliata male, quindi è importante che sia di buona qualità.
· Accoppiamenti consigliati: Indicato per chi vuole un mix di reattività e portabilità. In ambito gaming, un plate in carbonio è ottimo: simile all’alluminio come prontezza ma con il vantaggio di alleggerire la tastiera. Con switch lineari restituisce un feel rapido e un suono chiaro, senza attenuare troppo le alte frequenze, quindi potresti apprezzare una risposta sonora clicky ma con un fondo meno metallico. Con i tattili, fornisce comunque solidità per sentire bene il bump. In generale è una scelta tuttofare per chi vuole provare qualcosa di diverso dall’alu: versatile come uso (va bene sia per scrivere che giocare) ma con personalità propria. Tieni presente solo che la qualità del plate in carbonio conta molto (uno economico potrebbe essere più fragile), ma uno ben fatto dura a lungo. È spesso abbinato a montaggi sia rigidi che morbidi: su gasket mount offre una tastiera leggera e leggermente flessibile, su top mount garantisce solidità con peso ridotto.
Confronto finale e consigli
Abbiamo visto come ogni materiale influisca sul carattere di una tastiera meccanica custom. In generale, i metalli (alluminio, ottone, acciaio) rendono la tastiera più rigida e risonante, con suoni più acuti e forti, mentre i materiali plastici/compositi (policarbonato, POM, FR4, carbonio) offrono maggiore flessibilità e suoni più smorzati e profondi. Quale scegliere quindi? Dipende dall’uso e dalle preferenze personali:
· Se giochi (gaming): di solito conviene un plate piuttosto rigido per avere massima reattività. Materiali come alluminio, carbonio o ottone mantengono la tastiera stabile e reattiva, utile negli FPS o giochi competitivi dove vuoi risposta immediata ai comandi. Inoltre, un setup rigido evita troppa flessione che potrebbe disturbare nelle azioni veloci. Occhio però al suono: se giochi con audio alto potrebbe non importare, ma in contesti silenziosi alluminio/ottone suoneranno forti. Un consiglio comune è evitare setup eccessivamente morbidi per gaming: ad esempio, gasket mount + plate soft (PC/POM) potrebbe flettere troppo e dare una sensazione “spugnosa” poco adatta al gioco rapido. Meglio un classico top mount o simile con plate metallico per tenere tutto ben fermo. Naturalmente, se il tuo gaming è casual, puoi tranquillamente giocare anche su una tastiera morbida, questione di gusti!
· Se scrivi o programmi molto: probabilmente apprezzerai un plate più flessibile e comodo, che affatichi meno le dita. In questo caso, policarbonato o POM sono ottimi candidati per la loro digitazione soffice e il sound discreto. Dopo ore di battitura, una tastiera leggermente bouncy (gasket mount + plate PC per esempio) stanca meno delle martellate su acciaio. Anche l’FR4 è un’ottima via di mezzo se vuoi un po’ di comfort senza perdere troppa precisione. Il suono più ovattato di questi materiali inoltre è ideale per un ambiente ufficio o studio, perché meno invadente.
· Uso misto e modding: se ti piace smanettare e provare diverse configurazioni, l’FR4 è il tuo migliore amico per iniziare. È economico, quindi puoi averne diversi e cambiare plate alla tua tastiera per sentire differenze di sound/feel senza spendere un capitale. Inoltre il suo profilo equilibrato ti dà un riferimento neutro: capirai meglio in che direzione andare (più rigido? prova l’alu; più morbido? prova il PC, ecc.). Per uso misto (un po’ gaming, un po’ scrittura), alluminio rimane un’ottima scelta all-round, bilanciata in tutto. Se invece vuoi qualcosa di particolare da mostrare, potresti optare per ottone (per l’estetica e il sound ricco) o carbonio (per la modernità e la leggerezza).
Accoppiamenti da provare: in base ai consigli della community, un paio di combo “classiche” sono: ottone + switch tattili (per massimizzare il feedback e il thock tattile), policarbonato/ POM + switch lineari (per una digitazione buttero e silenziosa). Se usi un montaggio gasket, un plate rigido come alluminio o ottone può compensare la morbidezza del mount; viceversa, su un montaggio top mount rigido potresti preferire un plate più cedevole (PC, FR4) per non avere una tastiera troppo “pietra”.
In conclusione, non c’è un materiale migliore in assoluto, ciascuno ha pro e contro. La scelta dipende da ciò che tu cerchi: comfort e suono profondo? Vai di PC o POM. Precisione e feel solido? Alluminio o ottone tutta la vita. Via di mezzo? FR4 o carbonio possono darti un assaggio di entrambi i mondi. L’importante è divertirsi a personalizzare: se possibile, prova diversi plate e ascolta/senti come cambia la tua tastiera. Anche un semplice cambio di plate può trasformare l’esperienza di digitazione! Speriamo che questo confronto ti abbia chiarito le idee e ti aiuti a scegliere il plate perfetto per la tua prossima build custom. Buona ricerca e buon divertimento!