Tutto quello che devi sapere sui keycaps
I keycaps (copritasti) sono un elemento fondamentale per personalizzare e migliorare la propria tastiera meccanica. Per chi si avvicina a questo mondo, capire le differenze tra i vari tipi di keycaps è importante per scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze. In questo post esamineremo in modo semplice ma dettagliato i diversi materiali usati, i profili (forme e altezze) più diffusi, le principali tecniche di stampa delle legende, alcuni brand consigliati (con rapporto qualità/prezzo) e le fasce di prezzo tipiche, per concludere con consigli pratici su come orientarsi nella scelta.
Materiali
I keycap sono realizzati principalmente in plastica. I materiali più comuni sono ABS, PBT e POM, ognuno con proprietà, vantaggi e svantaggi differenti.
- ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene): è il materiale più comune nei keycap originali delle tastiere commerciali. I keycap in ABS hanno una finitura liscia e colori molto vivaci (l’ABS prende bene i pigmenti, usato anche nei LEGO). Sono apprezzati per il tocco smooth e il suono più acuto e “clicky” durante la digitazione. Inoltre l’ABS è ideale per keycap retroilluminati grazie alla sua traslucenza e si presta a tecniche avanzate come il double-shot, che approfondiremo dopo. Di contro, l’ABS è meno resistente all’usura: con il tempo e l’uso prolungato tende a lucidarsi, perdendo la finitura opaca iniziale. Può anche ingiallire se esposto a lungo ai raggi UV. In sintesi è economico, ha dei colori brillanti e una superficie liscia; d’altro canto, però, è meno durevole e va a lucidarsi nel tempo.
- PBT (Polibutilene Tereftalato): è considerato un materiale premium, molto amato da chi cerca durata e prestazioni nel lungo periodo. I keycap in PBT hanno una finitura più ruvida/opaca al tatto (offrono più grip) e pareti spesso più spesse e rigide rispetto all’ABS. La caratteristica forse più apprezzata è che il PBT non si lucida facilmente, anche dopo anni di uso intenso mantiene la sua texture originale senza diventare brillante. I colori sui keycap in PBT tendono a essere più tenui o pastello. In genere il PBT produce un suono di digitazione più profondo (il classico “thock”) grazie alla maggiore densità e spessore. Di contro, il PBT è più difficile da stampare e lavorare: questo può significare un costo leggermente più alto e minor disponibilità di alcune colorazioni o layout. Inoltre, alcuni set PBT (specie in passato) presentavano piccole imperfezioni come warping (es. barre spaziatrici leggermente deformate), anche se i produttori hanno molto migliorato la qualità negli ultimi anni. In sintesi hanno un’altissima durabilità, non presentano un effetto lucido, il feeling è solido e texturizzato e producono suono più profondo ma sicuramente non troverai keycaps in PBT con colori brillanti e i costi potrebbero essere più alti rispetto a quelli in ABS, anche se dipende molto dalla qualità che si vuole; per esempio è possibile trovare keycaps in PBT a 20€ su Aliexpress ma la qualità del prodotto non sarà mai uguale a quelli GMK (li approfondiremo dopo).
- POM (Polyoxymethylene): è un materiale utilizzato occasionalmente per keycap particolari. I keycap in POM hanno una superficie molto liscia e un feeling “ceroso” sotto le dita, offrendo un’esperienza di digitazione diversa dal solito. Sono molto densi e robusti, resistenti all’usura e non tendono a lucidarsi o scolorirsi praticamente mai. Alcuni utenti amano il POM per il feedback lineare e “setoso” al tocco. Tuttavia il è meno comune per vari motivi: è più costoso da produrre e difficile da colorare (spesso i keycap in POM si trovano solo in poche tinte uniche, ad esempio bianco latte o nero). Inoltre il suo peso può non piacere a tutti e talvolta viene utilizzato più per keycap speciali (ad esempio set traslucidi “jelly” interamente in POM). In sintesi: è un material con una superficie ultra-liscia con un’alta resistenza all’usura e con un feeling unico; però hanno un costo elevato, una scarsa scelta di colori/design e sono più difficili da trovare.
A questi vanno aggiunti anche dei materiali più esotici come legno, metallo, ceramica e resina.
Profili dei keycap
Un altro aspetto fondamentale è il profilo dei keycaps, ovvero la forma e l’altezza dei keycaps. Il profilo influenza l’ergonomia, il feeling alla pressione e persino il suono prodotto durante la digitazione. In commercio esistono vari profili, indicati spesso da sigle. Qui ci focalizziamo su quelli più diffusi tra gli appassionati: SA, OEM, Cherry, DSA, XDA, ecc. In generale, un profilo può essere sagomato (sculpted) cioè con altezze e angolazioni diverse per ogni fila di tasti, creando una superficie più ergonomica, oppure uniforme in cui tutti i tasti hanno la stessa forma/altezza, dando alla tastiera un aspetto piatto.
Ecco i principali profili e le loro caratteristiche:
- Cherry (Profilo basso e sagomato): sviluppato originariamente da Cherry Corp, è ampiamente usato nelle comunità di keyboard custom. I keycaps Cherry hanno altezze contenute e un’angolazione aggressiva dei tasti, pensata per ridurre l’affaticamento e aumentare la velocità di digitazione. Sono leggermente più bassi degli OEM standard, il che aiuta a muovere meno le dita da un tasto all’altro. Molti set di alta qualità (es. GMK o Glorious con i loro set GPBT) adottano il profilo Cherry.
- Uso tipico: Ottimo per scrittura prolungata e gaming, grazie alla comodità e alla velocità che offre.
- OEM (Profilo medio e sagomato): è lo standard che si trova sulla maggior parte delle tastiere preassemblate (da cui il nome “Original Equipment Manufacturer”). È simile al Cherry ma leggermente più alto per ogni fila e con forme un po’ diverse. Offre un buon compromesso tra comfort e familiarità: passando da una tastiera commerciale a una custom con profilo OEM, quasi non si nota differenza in feeling.
- Uso tipico: universale, va bene un po’ per tutto, anche se agli utenti più esperti può sembrare “generico”. Molti set economici in PBT destinati ai principianti sono in profilo OEM (anche perché è facile da produrre).
- SA (Profilo molto alto e sagomato): SA sta per “Spherical All-over”. È famoso per l’estetica vintage che ricorda le macchine da scrivere o terminali anni ’70. I keycap SA sono grossi e bombati: ogni tasto è alto e presenta una superficie superiore concava di forma sferica. Spesso il set è sagomato per fila (le righe di tasti hanno inclinazioni diverse). L’esperienza di digitazione con SA è unica: alcuni la adorano perché offre un feedback tattile importante e un suono profondo e “thock” grazie alla massa di plastica. Di contro, la maggiore altezza richiede più movimento delle dita: per digitazione rapidissima o gaming frenetico può risultare più affaticante, almeno finché non ci si abitua.
- Uso tipico: apprezzato da chi scrive molto e ama un tocco retrò, meno indicato per chi gioca veloce (rischio di premere i bordi alti dei tasti adiacenti).
- DSA (Profilo molto basso e uniforme): I keycap DSA hanno tutti la stessa altezza e forma su ogni fila: bassi, con superficie leggermente concava (sferica) e bordi smussati. Visivamente danno alla tastiera un look piatto e ordinato. Il vantaggio è che si possono riassemblare liberamente su layout particolari (ad es. tastiere ortolineari o disposizioni custom) senza preoccuparsi della posizione originale. Il feeling è diverso dai profili sagomati: all’inizio può sembrare di dover “cercare” i tasti perché manca la variazione di angolo a cui molti sono abituati.
- Uso tipico: nicchie custom, utenti che vogliono un look uniforme o che sperimentano layout alternativi.
- XDA (Profilo basso e uniforme): simile a DSA ma con alcune differenze. I keycap XDA hanno una superficie superiore piatta e più ampia rispetto ai DSA, e un’altezza leggermente maggiore. Immaginateli come una via di mezzo tra un chiclet (tastini piatti tipo laptop) e un DSA: l’area di contatto più larga dà un feeling “spalmato” sotto il dito. Anche XDA è uniforme (nessuna differenza tra file) e molti lo trovano esteticamente minimale e moderno.
- Uso tipico: chi cerca un look pulito e ama la sensazione di tasti larghi e bassi. È spesso scelto per tastiere compatte o design personalizzati.
- MDA (Profilo medio e sagomato): è nato per offrire il fascino “sferico” dei keycap SA in una forma più bassa e maneggevole. Ogni tasto conserva la calotta concava circolare tipica dei terminali vintage, ma l’altezza scende a circa 7‑8 mm, a metà strada fra SA/MT3 e i profili Cherry/OEM. I keycaps sono leggermente scolpiti di fila in fila con un angolo meno marcato al profilo Cherry, hanno superficie ampia che guida il polpastrello al centro. Presentano un tocco morbido e stabile, richiede poca tempo per abituarsi e la curvatura sferica riduce gli errori di battuta.
- Uso tipico: chi adora l’estetica vintage di SA ma desidera un profilo più “daily‑friendly”. È spesso scelto da scrittori e dattilografi che cercano comfort prolungato senza rinunciare alla coppa sferica ampia.
Da attenzionare che esistono molti altri profili oltre a questi. Ad esempio, MT3 (profilo alto di ispirazione vintage, popolare su Drop), KAT e DSS, varianti create da diversi produttori, oppure profili proprietari come ASA e OSA (sviluppati da Akko e Keychron combinando caratteristiche di altri profili). Per iniziare, però, i profili Cherry e OEM sono generalmente i più consigliati per familiarizzare; sono comodi, diffusi e considerati una “via di mezzo” adatta un po’ a tutti. I profili alti come SA o quelli uniformi come DSA/XDA offrono esperienze diverse, che potrai provare in seguito in base alle tue preferenze.
Tecniche di Stampa delle Legende
Oltre a materiale e forma, un’altra differenza chiave tra i vari keycaps è come vengono realizzate le legende (lettere, numeri e simboli) su di essi. La tecnica di stampa o produzione della legenda influisce sulla durabilità (resistenza all’usura) e sulla qualità visiva dei caratteri. Le principali tecniche usate nella produzione di keycaps sono:
- Pad Printing (Stampa a tampone): È la tecnica più semplice ed economica. La legenda viene stampata superficialmente sul tasto con inchiostro mediante un tampone di stampa, spesso seguita da uno strato di vernice protettiva trasparente.
- Vantaggi: permette di riprodurre qualunque grafica o colore con costi bassi, quindi comune nei keycaps economici o nei layout con caratteri speciali.
- Svantaggi: è la meno durevole, col tempo (anche pochi mesi su tastiere molto usate) l’inchiostro tende a consumarsi e i caratteri sbiadiscono o si cancellano.
In breve, ottima per abbattere i costi, pessima per longevità: i keycaps pad printed vanno incontro a usura evidente con l’uso intensivo.
- Laser Etching (Incisione laser): In questo caso le legende vengono incise con un laser sulla superficie del keycap. Il laser “brucia” leggermente la plastica creando il segno; spesso la parte incisa viene poi riempita con una vernice o resinata di colore per rendere la legenda più visibile.
- Vantaggi: maggiore precisione e resistenza rispetto al pad printing poiché le legende laser resistono più a lungo prima di consumarsi perché sono scavate nel materiale. Inoltre, questa tecnica consente di realizzare keycaps retroilluminati: come i keycaps traslucidi (tipicamente ABS), il laser può rimuovere uno strato superiore verniciato lasciando passare la luce attraverso la legenda.
- Svantaggi: la finitura al tatto può essere leggermente ruvida dove inciso; la varietà di colori è limitata (di solito un solo colore di riempimento).
È una tecnica di medio costo, usata spesso su tastiere da gaming di fascia media con una durabilità buona ma non eccellente, perché comunque con gli anni le incisioni possono sporcarsi o la vernice di riempimento consumarsi.
- Dye-Sublimation (Sublimazione termica): È una tecnica indiretta in cui la legenda viene “iniettata” nel materiale tramite trasferimento di pigmento. In pratica, con il calore si trasferisce un colorante speciale dallo stampo al keycap, permeando la superficie del tasto.
- Vantaggi: la legenda diventa parte del keycap stesso (non è in rilievo), quindi non può sbiadirsi né consumarsi al tatto, a meno di consumare il tasto interamente. Permette inoltre stampe ad alta risoluzione (ad esempio legende dettagliate o multicolori su un lato del tasto). È la tecnica preferita per i set in PBT a tema (molti set custom PBT usano dye-sub per decorare i tasti).
- Svantaggi: è applicabile quasi solo su materiale PBT (l’ABS non reggerebbe le alte temperature necessarie). Inoltre funziona meglio stampando scuro su chiaro ma non viceversa: non si possono ottenere facilmente legende chiare su keycap scuri con la sublimazione. Le legende dye-sub possono risultare leggermente meno nitide ai bordi (un filo sfocate) rispetto al double-shot, anche se i produttori migliori ottengono risultati eccellenti.
Quindi i tasti dye-sub hanno una ottima durabilità, le scritte non vanno via nemmeno dopo anni (sarà il keycap in sé a consumarsi eventualmente, ma difficilmente la stampa).
Un esempio è il set Dark Blush di Chilkey.
- Double-Shot (Doppia iniezione): È considerata la tecnica più pregiata per i keycaps. Si ottiene stampando il keycap con due plastiche di colore diverso: la prima colata forma il corpo del tasto, la seconda forma la legenda “riempiendo” gli spazi della prima. In pratica la lettera non è stampata con inchiostro, ma è materiale plastico a sé stante che attraversa il keycap.
- Vantaggi: la legenda è incorporata in modo permanente, non si consumerà mai perché non c’è alcuna vernice da consumare infatti anche dopo decenni, il simbolo rimane nitido. Inoltre le legende double-shot risultano molto nitide e definite nei bordi, con ottimo contrasto. Questa tecnica consente anche keycap retroilluminati di alta qualità: usando plastica semitrasparente per la seconda iniezione, le lettere brillano di luce uniforme.
- Svantaggi: il costo produttivo è elevato poiché servono stampi di precisione (uno per ogni legenda/font) e la procedura è complessa, quindi è usata per keyset di fascia alta. I set double-shot classici sono spesso in ABS (materiale più facile da iniettare), ma esistono anche double-shot in PBT di buona qualità.
È una tecnica ad alto costo che garantisce una durabilità eccellente e il miglior aspetto visivo (legende a contrasto perfetto, nessuna sbavatura).
Un esempio è il set WS Café di Wuque Studio.
Riassumendo, per un principiante: se cerchi keycaps economici sappi che quelli stampati a tampone o laser avranno legende meno durevoli. I keycaps di fascia media/alta in PBT spesso usano dye-sublimation (ottimo compromesso: legende indelebili e costo moderato). I set di fascia alta (es. GMK) usano double-shot ABS, offrendo il top in estetica e longevità delle legende. Se la tua tastiera è retroilluminata e vuoi far risaltare l’RGB, considera keycaps double-shot “shine-through” o i cosiddetti pudding keycaps (particolari keycaps double-shot con fianchi traslucidi), che lasciano passare la luce sia attraverso i caratteri sia dai lati. Invece, se preferisci l’estetica a tema e non ti interessa la retroilluminazione, i set PBT dye-sub offrono tantissime varianti di colori e novelties.
Brand Consigliati (Qualità/Prezzo)
Nel mondo delle tastiere custom ci sono numerosi produttori di keycaps. Di seguito elenchiamo alcuni brand noti e affidabili, con caratteristiche e fasce di prezzo differenti, adatti anche ai neofiti:
- GMK: è il brand più famoso in ambito keycaps: un’azienda tedesca famosa per i suoi set in ABS double-shot con profilo Cherry di qualità eccezionale. GMK utilizza plastiche ABS molto spesse e solide, con colori fedelissimi e finiture impeccabili. I set GMK sono considerati lo standard di eccellenza, con legende perfette e un feeling al top. Collaborano spesso con designer per creare set a tiratura limitata, molto ambiti dai collezionisti tuttavia, la qualità si paga: un kit base GMK costa tipicamente oltre 100€ (addirittura 120-150€), e spesso vengono venduti in group buy (cioè preordini con lunghe attese).
- Consigliato a: chi cerca il meglio in assoluto e non teme spese o attese.
- Per i principianti: un set GMK può essere “overkill” in termini di budget, ma sicuramente non delude in qualità.
- Drop: conosciuta in passato come Massdrop. Drop è un grande store/community negli USA che produce e vende keycap e altri componenti delle tastiere. Offre una vasta selezione di set, sia in collaborazione con brand top (es. vendono set GMK e Signature Plastics) sia linee proprietarie. Ad esempio, Drop ha sviluppato profili propri come MT3 (alto, rétro) e DCX (simile al Cherry), e propone set in PBT spessi nonché ABS, spesso in-stock (pronti all’acquisto senza attesa). La qualità Drop è generalmente ottima, molti set sono double-shot o dye-sub di fascia medio-alta e i prezzi variano: da circa 50-60€ per set PBT standard fino a ~100€ per set più elaborati o collaborazioni.
- Consigliato a: chi vuole un set di buona qualità subito, senza entrare nel circuito dei preordini; chi è interessato a profili particolari (es. MT3) o a set con temi speciali (Drop collabora su set ispirati a film, giochi, etc.).
- Per i principianti: Drop spedisce in tutto il mondo e spesso ha disponibili set che altrimenti si trovano solo in group buy.
- EnjoyPBT (ePBT): marchio cinese specializzato in keycaps PBT spessi profilo Cherry. Negli ultimi anni si è guadagnato un’ottima reputazione, tanto da essere considerato subito dopo GMK in termini di qualità tra gli enthusiast. I set ePBT sono generalmente dye-sublimated PBT, quindi offrono legende indelebili e una piacevole finitura opaca. Spesso riproducono famosi schemi di colori (clone di set GMK popolari) o propongono temi originali, ma con materiale PBT. La qualità costruttiva è elevata e costante (spessi ~1.5mm, buon sound). Il prezzo di un set completo ePBT si aggira sui 70–100€, quindi inferiore ai GMK, rendendoli un’ottima scelta per chi vuole keycaps premium senza spendere troppo. Di contro, molti set ePBT vengono venduti tramite group buy o rivenditori esteri, quindi a volte c’è da aspettare o cercare stock disponibili.
- Consigliato a: chi preferisce PBT e profilo Cherry, con budget medio; ottimo per iniziare con un set di qualità senza arrivare ai costi GMK.
- Per i principianti: se si vuole qualcosa di qualità ma ad un prezzo più abbordabile rispetto a GMK sono un’ottima scelta.
- Akko (Epomaker): Akko è un brand cinese in forte crescita che offre tastiere e keycaps dal buon rapporto qualità/prezzo. I keycaps Akko sono tipicamente in PBT (spesso double-shot o sublimati) con profili proprietari come ASA (simile a SA ma più basso) o anche Cherry/OEM a seconda del set. La caratteristica di Akko è il prezzo molto competitivo: si trovano kit Akko completi a 30–60€ con oltre 130 tasti, adatti a coprire vari layout. Nonostante il prezzo basso, la qualità è sorprendentemente buona: PBT spesso, legende pulite e confezioni curate. Alcuni set Akko traggono ispirazione da colorway famose (un esempio è il set Akko Neon simile al set GMK Laser) ma con nomi e piccole variazioni proprie. Certo, confrontati a GMK/ePBT, possono presentare legende leggermente meno nitide o colori non identici, ma per il costo offerto sono tra i migliori entry-level. Inoltre sono facilmente reperibili.
- Consigliato a: principianti con budget ridotto che vogliono comunque un set duraturo e piacevole o chi desidera provare vari stili spendendo poco.
- Tai-Hao: storico produttore di keycap (taiwanese), noto soprattutto per set in ABS double-shot dai colori vivaci. Tai-Hao ha realizzato negli anni set iconici (come il tema Miami) e anche kit con tasti gommati per gaming. Oggi offre sia ABS che PBT, in profilo OEM o Cherry. La qualità è buona, anche se non ai livelli di GMK/ePBT: diciamo un gradino sopra i keycaps stock “da tastiera gaming” ma un gradino sotto i top di gamma. Un punto forte di Tai-Hao sono i colori particolari e le varianti retroilluminate: hanno molti set double-shot RGB backlit (ad es. tasti trasparenti con leggenda colorata) che altri brand non propongono. I prezzi vanno dai ~30€ per kit piccoli ai 60-80€ per set completi particolari. Sono un’opzione interessante per chi vuole keycaps di buona fattura con layout ISO (Tai-Hao produce diversi set con disposizione italiana o europea).
- Consigliato a: chi cerca un set colorato di fascia media e magari ha bisogno di layout ISO ITA; oppure per aggiungere tocchi particolari (hanno set misti con alcuni tasti speciali, per es. texture granite, ecc.).
(Altri brand degni di nota: Signature Plastics: produce i famosi keycaps SA e DSA negli USA; PBTfans: linea di set PBT di KBDfans; HK Gaming: brand budget di set in PBT che riprendono design noti; Mistel, Keychron, CanonKeys, etc. Ognuno con proprie offerte).
Fasce di Prezzo
Come abbiamo visto il prezzo di un set di keycaps può variare enormemente in base a materiale, produttore, quantità di tasti e metodo di vendita. Si va da set economici da 20-30€ fino a set da oltre 200€ sul mercato secondario.
In generale i set economici (< 50€) sono spesso in PBT (o ABS economico) stampati a tampone o sublimati, venduti da brand cinesi (Akko, YMDK, HK Gaming) o come cloni di set famosi. Hanno un rapporto qualità/prezzo alto ma possono presentare piccole imperfezioni (es. leggenda non centratissima) o mancare di alcuni tasti per layout meno standard.
I set di fascia media (50-100€) in genere includono gran parte dei keycaps enthusiast: ad esempio molti kit PBT dye-sub (ePBT, Drop, Keychron, etc.) rientrano in questa fascia, offrendo qualità molto buona a prezzo ragionevole.
I set di fascia alta (> 100€) sono tipicamente quelli double-shot ABS di produttori top come GMK o SP oppure set speciali a tiratura limitata. Paghi la qualità e l’esclusività: colori perfetti, tolleranze precise, plastica spessa e layout molto completi.
Bisogna però attenzionare che spendere il doppio non significa avere un’esperienza doppia: spesso un set da 50€ offre il 90% della qualità di uno da 150€ a metà del prezzo. Quindi, per un principiante, un set intermedio può già soddisfare pienamente senza svuotare il portafogli.
Layout ISO o ANSI?
Un’attenzione speciale va data se hai bisogno di un layout diverso dal classico ANSI US. Molti set (soprattutto economici) non includono keycaps per layout ISO (Enter verticale, tasto <> in più, ecc.) o per layout locali (lettere accentate). Se usi un layout ISO-IT e vuoi le legende in italiano, le opzioni si restringono ai pochi set prodotti ad hoc come gli MK Classic (Tai-Hao ne fa alcuni). In alternativa, puoi usare set internazionali (legende inglesi) su tastiera ISO: l’estetica non cambia molto, dovrai solo ricordare alcuni simboli a memoria. Assicurati quindi di controllare la compatibilità dei keycaps col tuo layout prima dell’acquisto (la maggior parte dei venditori elenca i tasti inclusi).
Alcuni set potrebbero arrivare anche con i keycap di entrambi i layout così da essere più universali, un esempio è il set Summer Picnic di Chilkey.
La guida per principianti
Quindi gli step principali per l’acquisto di un set di keycaps sono:
- Compatibilità con gli switch: la quasi totalità dei keycaps in commercio è progettata per interruttori Cherry MX o compatibili (gli switch meccanici più diffusi, a stelo centrale a croce). Se la tua tastiera monta switch Cherry, Gateron, Kailh, etc. non avrai problemi – potrai montare qualunque set MX-style. Se invece hai tastiere con switch particolari (es. Kailh Choc low-profile, Topre, Logitech Romer-G), assicurati di cercare keycaps specifici per quei sistemi, altrimenti non saranno compatibili. In generale, per iniziare, consigliamo di usare tastiere con switch MX standard proprio per la vasta scelta di keycap disponibili.
- Dimensioni e layout del tuo keyboard: prima di comprare un set, verifica che includa tutti i tasti necessari al tuo layout. Ad esempio, se hai una tastiera al 60% o 65%, potresti aver bisogno di stabilizzare la barra spaziatrice di lunghezza diversa (6u, 6.25u, 7u), di uno Shift destro più corto, ecc. I set più completi forniscono una varietà di keycap supplementari (detti kit di compatibilità) per coprire layout particolari (ISO, 65%, 75%, split backspace, ecc.). Da principiante, potresti optare per tastiere standard TKL o 60% e layout ANSI per semplificarti la vita: praticamente ogni set li copre. Se hai una tastiera preassemblata non standard (tipo Corsair, Razer full size) controlla soprattutto la riga inferiore: alcuni produttori usano spaziatori e Ctrl/Win di misure non standard, rendendo difficile trovare keycaps aftermarket adatti.
- Profilo ed ergonomia: se è il tuo primo set di keycaps, probabilmente vorrai qualcosa di familiare. In tal caso scegli un profilo OEM o Cherry, che garantisce comfort immediato. Il Cherry in particolare offre un’ergonomia ottima per lunghe sessioni di scrittura. Se invece sei curioso di provare qualcosa di diverso, puoi lanciarti su un profilo come SA (per un’esperienza di digitazione totalmente nuova, dal sapore vintage) o un profilo uniforme (DSA/XDA) per un look moderno. Tieni presente però che adattarsi a profili molto diversi richiede qualche giorno di utilizzo; all’inizio potresti fare più errori di battitura. Un’idea può essere acquistare kit economici di prova o anche solo alcuni keycaps sciolti di vari profili per testarli (ci sono ad esempio sampler kit con un tasto per profilo). In ogni caso, il profilo è molto soggettivo: non c’è “il migliore” in assoluto, dipende da come digiti e dai tuoi gusti. Il bello del mondo custom è poter provare!
- Estetica e tema: scegli un set che ti piace visivamente e che si abbina magari alla tua tastiera o alla tua postazione. Per un primo acquisto, potrebbe essere saggio orientarsi su colori neutri (nero, grigio, bianco) o combinazioni classiche (es. bianco su nero, grigio su nero) che difficilmente stancano e stanno bene ovunque. Tieni presente solo che i set molto elaborati spesso costano di più o sono più difficili da reperire. Un approccio comune è iniziare con un set semplice ed economico, poi col tempo magari investire in un set “da sogno” quando hai le idee chiare sul tema che vuoi.
- Suono e feeling tattile: i keycaps influenzano anche il sound profile della tastiera. In generale, keycap più spessi e pesanti (come PBT 1.5mm, profilo SA, ecc.) tendono a produrre un suono più pieno e basso (thocky), mentre keycap più sottili o leggeri (ABS standard, profilo basso) generano un suono più clicky o clacky. Inoltre la superficie (liscia o ruvida) cambia la sensazione al tatto: c’è chi adora la seta liscia degli ABS nuovi, e chi preferisce il grip leggero del PBT testurizzato. Anche qui non c’è giusto o sbagliato, è preferenza personale. Se ti piace sentire un rumore deciso ad ogni pressione, i set in ABS (magari non troppo spessi) su switch lineari possono darti quel clack acuto. Se preferisci un suono discreto e ovattato, meglio PBT spesso su switch lubrificati, per un suono thocky soddisfacente. Un trucco è ascoltare su YouTube sound test di tastiere simili alla tua con diversi keycaps, per farti un’idea. Ricorda comunque che potrai sempre cambiare i keycaps per modificare il sound: è una delle “mod” più immediate.
- Qualità vs budget: All’inizio è facile farsi prendere dalla voglia di avere il set perfetto (magari quell’edizione limitata super costosa). Ma il consiglio pratico è partire con qualcosa di abbordabile e testarlo. Un set da 50€ ben fatto ti darà già un enorme miglioramento rispetto ai keycaps stock scadenti e potrai capire cosa apprezzi di più (materiale, profilo, finitura). In futuro, se vorrai, potrai rivendere il tuo set iniziale e investire in uno di fascia più alta. Tieni anche a mente la regola importantissima: spesso un set che costa il doppio offre solo un margine di miglioramento, non un’esperienza rivoluzionaria. Dunque valuta tu fin dove spingerti come spesa, sapendo che ci sono ottime opzioni a ogni prezzo.
- Font delle legende o keycaps blank: un dettaglio, per alcuni importante, è il tipo di font e stile delle legende. I set economici a volte hanno font un po’ “gamer” o inconsistenze (lettere troppo spesse, misure diverse). I set di qualità usano font puliti, spesso ispirati a quelli classici IBM. Se questo aspetto ti interessa, guarda foto ravvicinate dei keycap. Alcuni utenti preferiscono addirittura i keycaps senza legende (blank) per un look minimal e per non preoccuparsi dell’usura delle scritte per iniziare in genere si preferiscono le legende standard.
- Community e risorse: infine, un consiglio generale: esplora la community mech keyboard per approfondire. Puoi vedere foto di configurazioni reali con i vari keycaps, leggere opinioni su un certo set o chiedere consigli su compatibilità con la tua tastiera specifica. Un esempio di community è il nostro server discord. Non avere paura di fare domande di chiarimento, tutti abbiamo iniziato da zero!
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Conclusione
Scegliere i keycaps giusti può sembrare complicato all’inizio, ma seguendo questa guida avrai i concetti base per orientarti. Valuta il materiale in base alle tue preferenze di tocco e durabilità, scegli un profilo che ti offra comfort (per iniziare Cherry/OEM è l’ideale), assicurati che il set usi una buona tecnica di stampa delle legende per non ritrovarti con lettere consumate, e compara i brand per trovare l’equilibrio qualità/prezzo adatto al tuo budget. Ricorda di controllare la compatibilità con il tuo layout e i tuoi switch, e decidi dove comprare (subito in stock o tramite un group buy aspettando un po’). Più di tutto, divertiti a personalizzare: provare keycaps diversi è uno degli aspetti più appassionanti dell’hobby, perché con un semplice cambio di tasti la tua tastiera avrà un volto e un feeling tutto nuovo. Buona ricerca e divertimento!